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Il processo di coaching secondo il modello AICP

Cos’è e come si struttura il processo di coaching?


Il coaching è un percorso strutturato che aiuta le persone a individuare e realizzare il proprio potenziale, in un contesto di collaborazione attiva tra coach e coachee. Il processo delineato da AICP fornisce una mappa chiara per orientarsi all’interno di un cammino di cambiamento: non si tratta semplicemente di “fare domande” o “motivare”, ma di attraversare fasi interconnesse che consentono di rendere concreta la trasformazione. Questo articolo esplora le tre macro-fasi del modello AICP, ne descrive l’importanza e offre qualche spunto operativo per applicarle con efficacia.

Esplorazione della domanda e definizione dell’obiettivo

La prima parte del processo riguarda l’analisi della domanda del cliente, la raccolta delle informazioni iniziali e la definizione dell’obiettivo da raggiungere. Nel modello AICP si fa riferimento ad una fase in cui coach e coachee esplorano insieme cosa ha portato il coachee a chiedere un percorso di coaching, quali sono i nodi, le richieste consce e anche le implicite. Una volta che la domanda è sufficientemente chiara, si procede all’identificazione dell’obiettivo: un obiettivo che sia espresso in modo positivo, che rappresenti un risultato desiderato e che offra una direzione di sviluppo.

In questa fase diventa cruciale definire il “patto” tra coach e coachee: quali regole valgono, quanto durerà la collaborazione, quali sono le responsabilità reciproche. AICP sottolinea che il processo professionale si distingue proprio in quanto strutturato, contrattualizzato, e non lasciato al caso. Per il coach che lavora con la persona, ciò significa: curare il setting, chiarire le aspettative, stimolare la fiducia e l’autonomia del coachee.

Lavoro sul cambiamento e sulle risorse

Dopo aver definito l’obiettivo, si entra nella fase più “attiva” del coaching: il coachee inizia a lavorare su di sé, sulle proprie risorse, sulle eventuali barriere interne o esterne, in dialogo con il coach. Il modello AICP descrive una sequenza di sotto-fasi che comprendono il patto di coaching e l’esplorazione del contesto, l’attivazione delle risorse del coachee, la costruzione di opzioni concrete e la definizione di un piano di azione. In questa parte è importante che il coach mantenga una posizione di presenza, ascolto, empatia, ma anche stimolo e responsabilizzazione. Il monitoraggio dei progressi è continuo in ogni fase del percorso.

Il coachee viene invitato a mettersi in movimento, a sperimentare nuove modalità, a verificare le proprie ipotesi. Il coach aiuta a portare alla luce ciò che era implicito, a far emergere le convinzioni limitanti, e a trasformarle in leve di sviluppo. Qui si attiva veramente il “fare”, l’apprendere dall’esperienza. La qualità della relazione è centrale: una buona alleanza consente al coachee di sentirsi sostenuto e di osare. AICP rileva che il valore del coaching professionale risiede proprio nella capacità di gestire in modo fluido queste fasi, senza saltarle o banalizzarle.

Integrazione, valutazione e chiusura

Quando il percorso si avvia verso la sua conclusione, entra in gioco la fase di integrazione e valutazione: il coachee riflette sui cambiamenti ottenuti, su ciò che resta da consolidare, sui segnali che indicano che l’obiettivo è stato raggiunto o che serve un nuovo step. Nel modello AICP è prevista la chiusura del processo, con la valutazione dei risultati, l’identificazione delle competenze acquisite e la progettazione della sostenibilità nel tempo.

In questa parte il coach aiuta il coachee a fissare i nuovi comportamenti, a creare piani per mantenere i progressi e a celebrare i cambiamenti. Spesso si definiscono indicatori concreti di risultato e tempi di follow-up. Questo momento non è solo “fine”, ma segna l’avvio di una nuova fase di autonomia per il coachee. Quando l’obiettivo è conseguito o il percorso si conclude, il coachee è chiamato ad essere pienamente protagonista della propria evoluzione.

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Ciao, sono Debora Conti,

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Leggi questi articoli SE vuoi diventare coach e cerchi basi solide e distinzioni essenziali; SE stai pensando di intraprendere un percorso di coaching e desideri orientarti verso un professionista competente; oppure SE sei già coach e vuoi affinare il tuo stile, aggiungere consapevolezza e rendere il tuo lavoro ancora più efficace.

La Legge 4/2013 riconosce e tutela le professioni non regolamentate, come coach e formatori, promuovendo libertà, autonomia e responsabilità. Stabilisce linee etiche, favorisce l’autoregolazione e incoraggia la trasparenza verso i clienti, valorizzando formazione e qualifiche professionali.

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Il coaching è un percorso professionale che sviluppa autonomia, consapevolezza e potenzialità del coachee. A differenza di mentoring, consulenza, terapia, formazione, motivazione o amicizia, non fornisce soluzioni o consigli, ma facilita il raggiungimento di obiettivi personali e professionali enfatizzando competenze e responsabilità del coachee.

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La norma UNI 11601/2024 definisce il coaching, i ruoli (coach, coachee, cliente) e le fasi del servizio: progettazione, erogazione e monitoraggio. Promuove competenze, autonomia e obiettivi concordati, stabilendo principi etici, patto di coaching e valutazione dei risultati per un servizio professionale e trasparente.

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Il Codice Etico Globale guida i coach su responsabilità, trasparenza, riservatezza e confini professionali. Promuove autonomia, formazione continua e attenzione a pregiudizi inconsci, valorizzando la professione e garantendo pratiche etiche e sicure per i coachee.

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Il coaching è un percorso strutturato in tre fasi: esplorazione della domanda e definizione dell’obiettivo, lavoro sul cambiamento e sulle risorse, integrazione e chiusura. Il coach facilita il coachee nell’attivare risorse, superare ostacoli e consolidare competenze, promuovendo autonomia e risultati concreti, con attenzione alla responsabilità del percorso.

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Secondo la norma UNI 11601/2024 non esiste più una classificazione ufficiale di coach. Restano tuttavia macro aree: Mental Coaching, Executive, Life, Parent, Wellness, Sport, Teen, e altre tematiche tecniche. Ogni tipologia sviluppa risorse, soft skills, competenze e autonomia, adattandosi a obiettivi personali o professionali con senso di responsabilità.

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Le competenze distintive AICP offrono ai coach una mappa di crescita basata su autonomia e responsabilità. Definiscono 7 aree chiave: consapevolezza, relazione, etica, esplorazione, dialogo, piano d’azione e valutazione, favorendo miglioramento continuo e auto-valutazione.

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Anche i coach commettono errori: pensare di essere indispensabili, dubitare del cambiamento del coachee, sentirsi responsabili dei suoi fallimenti, imporre valori personali, analizzare troppo il negativo o credere di aver “capito tutto”. Consapevolezza, ascolto autentico e sviluppo di competenze aiutano a preservare responsabilità e autonomia professionale.

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I coach affrontano varie paure: non saper aiutare, non avere risposte pronte, non aver vissuto le stesse esperienze dei coachee, concludere sessioni senza risultati, gestire obiezioni o sentirsi svuotati. Pratica, struttura e ascolto permettono di superarle sviluppando competenze, mantenendo autonomia e senso di responsabilità.

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Testimonianze


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Immagina di essere un coach appena certificato e che, nonostante la preparazione teorica, ti assalgano alcuni dubbi. Dopo la certificazione cosa fare? Come raccontarti e come acquisire clienti? Con Debora e il Master mi sono affidata a uno dei migliori coach in Italia che mette tutta la sua professionalità e umanità per guidarti nel fare i primi passi.

— Florinda D’Eugenio
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È stato un cammino non solo esplorativo, ma anche di grande rafforzamento. L'insieme delle conoscenze acquisite ha consolidato i miei processi, permettendomi di creare una vera e propria strategia che ormai è diventata il mio stile di vita, sia nell'affrontare le difficoltà, sia nel raggiungere gli obiettivi. Confermo e ribadisco che Debora è un’insegnante eccellente, che seguo tuttora con grande piacere: pochi fronzoli e tanto contenuto. Fantastico!

— Fausta De Filippo


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